Che cos’è l’ergonomia
Il termine ergonomia ha origine dal greco “ergo”, che significa lavoro, e “nomos”, che significa legge o regolamento. L’ergonomia è la scienza che si occupa dello studio delle performance lavorative e del benessere in relazione agli obiettivi dell’attività, alle attrezzature di lavoro e all’ambiente lavorativo. Questo si concretizza nella progettazione di prodotti e processi che sfruttano le capacità individuali, tenendo conto delle esigenze fisiologiche e psico-intellettive.
L’ergonomia si propone di identificare i parametri cruciali per instaurare un corretto rapporto tra l’uomo e il lavoro, eliminando i fattori negativi presenti e agevolando così l’uso naturale degli strumenti di lavoro. Quando ci riferiamo all’indagine ergonomica, intendiamo lo studio degli aspetti ambientali, strutturali e delle procedure organizzative del lavoro al fine di individuare i requisiti e i criteri per massimizzare la loro accettabilità da parte degli operatori.
Il Decreto Legislativo 626/94 e le successive modifiche hanno reso obbligatoria l’applicazione di questa scienza sul luogo di lavoro. L’articolo 3, Misure generali di tutela, al comma 1, lettera f, esplicitamente include il “rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”.
L’ergonomia influenza la produttività
Lo sapevi che una postura scorretta sul luogo di lavoro può comportare uno spreco fino al 40% della prestazione potenziale di una persona? Il prezzo pagato per le carenze nella progettazione della postazione di lavoro è l’elevato lavoro fisico necessario per compensarle, portando a diminuire la produttività.
Studio delle altezze di lavoro in relazione alla statura
L’altezza di lavoro è la zona di lavoro principale dove si effettuano le operazioni di assemblaggio.
La classificazione delle stature si divide in quattro gruppi:
- Gruppo 1: 1535 mm
- Gruppo 2: 1640 mm
- Gruppo 3: 1740 mm
- Gruppo 4: 1855 mm
Ergonomia postazione di lavoro: altezza area di lavoro
La seguente tabella descrive le altezze in base alle esigenze, per quanto riguarda le stature medie.
Gruppo | 1 | 2 | 3 | 4 |
Esigenze elevate Ispezione visiva motricità fine | 1100mm | 1200mm | 1250mm | 1350mm |
Esigenze elevate Ispezione visiva motricità fine | 1000mm | 1100mm | 1150mm | 1250mm |
Esigenze elevate Ispezione visiva motricità fine Spazio per i gomiti | 900mm | 1000mm | 1050mm | 1150mm |
L’altezza di lavoro ottimale è di circa 1125mm.
L’altezza dell’area di lavoro deve essere sempre compresa tra 800 e 1500mm. Occorre osservare le seguenti regole:
- Evitare lavori sopra l’altezza del cuore. In caso contrario, si riduce la circolazione sanguigna e quindi l’apporto di ossigeno ai muscoli, con conseguente calo delle prestazioni. I lavori che richiedono una flessione al di sotto degli 800mm affaticano inutilmente i dipendenti e devono essere evitati.
- Favorire le attività dinamiche: l’attività statica inibisce la circolazione sanguigna e l’apporto di ossigeno ai muscoli. Questo può portare un calo delle prestazioni e della qualità di lavoro
Ergonomia: altezza piano di lavoro
L’altezza del banco di lavoro si calcola sottraendo l’altezza di lavoro ottimale, l’altezza de pezzo da lavorare oppure l’altezza di appoggio.
Possiamo considerare come altezza media ottimale 98cm per postazioni di lavoro in piedi e seduti per attività leggere.
Postazioni ergonomiche per lavoro in piedi:
Le altezze per lavorazioni da in piedi, sono:
- 83 cm per lavori pesanti
- 98 cm per lavori leggeri
- 116 cm per lavori di precisione
Ergonomia: area di presa del materiale
Nell’area di presa del materiale tutti gli strumenti e le attrezzature devono essere facilmente accessibili e disposti nel raggio di movimento del dipendente.
Tutti i percorsi di presa devono essere i più brevi possibile per evitare movimenti inutili che non danno valore aggiunto e, di conseguenza, creano sprechi. Ideali sono contenitori di prelievo e di componenti nelle immediate vicinanze dell’operatore. La disposizione dei contenitori dele consentire uno svolgimento dei movimenti per il prelievo dei componenti fluido, lontano dal corpo e ad arco crescente.
Campi visivi
Si distinguono due campi visivi:
- Nel campo visivo principale è possibile vedere contemporaneamente più oggetti a fuoco senza muovere gli occhi o la testa. In questo caso potrebbe essere necessaria una messa a fuoco aggiuntiva in profondità
- Nel campo visivo secondario, gli oggetti possono essere visti muovendo gli occhi, ma non la testa. Anche in questo caso, potrebbe essere necessaria una messa a fuoco aggiuntiva in profondità.
E’ importante quando si progettano le postazioni di montaggio e la messa a disposizione dei componenti:
- Evitare movimenti inutili degli occhi e della testa
- Implementare distanze di visione il più possibile identiche, eliminando la necessità di una nuova messa a fuoco
- Evitare punti di giunzione non visibili al lavoratore
Illuminazione
E’ importante per l’illuminazione della postazione di lavoro:
- Evitare forti contrasti
- Evitare abbagliamenti e riflessi
- La norma DIN EN 12 464 e la tabella seguente stabiliscono le intensità luminose media necessarie
Esempio di calcolo per l’illuminazione sul piano di lavoro (*distanza dal piano di lavoro alla luce = 1,25m)
- Illuminamento nominale 700 Lux + illuminazione ambiente 300 Lux = illuminazione sul piano di lavoro 1000 Lux
Compiti | Illuminamento richiesto (Lux) |
Lavori di montaggio e a macchina grossolani e intermedi come tornitura, fresatura e piallatura | 300 |
Lavori di precisione a macchina con deviazioni consentite | 500 |
Lavori di montaggio di precisione, ad es. telefoni, avvolgimento di bobine medie, postazioni di tracciatura, controllo e misurazione | 750 |
Montaggio molto preciso, ad es. strumenti di misura, costruzione utensili, calibri e dispositivi, meccanica di precisione e micro meccanica | 1000 |
Montaggio, controllo e regolazione di componenti di dimensioni estremamente ridotte | 1500 |
Ergonomia postazione di lavoro: peso dei componenti da movimentare
Il NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Health) ha divulgato un metodo di calcolo che, partendo dalla costante di peso e considerando in seguito tutte le fasi della movimentazione, permette di calcolare l’indice di rischio.
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